La storia è per definizione lo studio del passato. Cosa e come si definisce il passato? Qual'è la linea di confine? Ho quest’oggi, forte e prepotente, la sensazione che il nostro amato Cane Lupo Cecoslovacco comincia ad avere una Storia nel senso più austero del termine. Qualcosa di fondamentale e cruciale per essa ha oltrepassato quel varco che determina il non tornare più. Quello conosciuto agli atti come il Maggiore Frantisek Rosik, ma per tutti “Dedo Rosik”, è deceduto mercoledì pomeriggio all’età di 87 anni. Sicuramente tutti sanno che è stato la figura più importante a fianco di Karel Hartl nella messa in opera dell’esperimento biologico che ha dato vita alla nostra razza, ma molti non conoscono o sottovalutano la sua figura cruciale nel Cane Lupo Cecoslovacco come lo conosciamo oggi. Egli è il padre, il creatore del CLC moderno; egli è la figura fondamentale in termini zootecnici che ha trasformato gli ibridi del progetto biologico nel cane dalle sembianze che oggi conosciamo.
In quel di Malacky, nei pressi di Bratislava, disponendo di gran parte del breeding stock di un progetto militare che andava in declino, venne creato il germe dell’attuale razza. La linea ibrida del lupo Sarik, dalla quale nacque nel 1979 il famoso Rep, il pupillo di Rosik. In Rep egli vide, aprendo una breccia nel futuro, quello che sarebbe diventato il Cane Lupo Cecoslovacco. Man mano che cresceva il progetto militare veniva definitivamente dismesso. Nel 1982 nacque il Club degli Allevatori, un nucleo di appassionati che ritirarono i cani dalla graduale dismissione degli allevamenti militari.
Rosik divenne presidente di questo neonato Club di allevatori. I suoi piani di allevamento risultati chiari e limpidi dallo studio delle genealogie, Rep fu il capostipite, il perno di un periodo di cinque anni nel quale i suoi geni vennero diffusi, fissati, possiamo quasi dire sublimati nel DNA della razza. In alcuni casi con effetto immediato, in altri (nelle linee ceche in special modo) con effetto più lento, questi geni espressero fenotipicamente le sembianze di Rep, cristallizzarono in materia l’idea, il sogno di “Dedo” Rosik per il Cane Lupo Cecoslovacco.
Per questo nucleo di allevatori Rosik fu non solo la figura di riferimento per gli accoppiamenti, ma qualcosa di più considerando come si svolse nella praticità quel periodo. Io, come molti credo, ero portato ad immaginare in quel periodo degli appassionati con i propri canili e allevamenti, magari spartani, che si spostavano per gli accoppiamenti, vendevano i cuccioli, si trovavano per le selezioni.
Frequentando le manifestazioni del Club Slovacco nel tempo, conoscendo le persone, i “vecchi”, coloro che in quel periodo c’erano ho scoperto che la realtà fu ben diversa, e ciò non può che aggiungere fascino e carisma per un uomo che aveva un sogno e lo ha realizzato, in condizioni proibitive, guidando un gruppo di persone credo trascinate dal suo carisma, dalla sua passione. Qualche breve racconto, aneddoto, mi hanno aperto uno squarcio per comprendere quel periodo.
Rosik e gli allevatori di quel periodo erano senza mezzi e luoghi logistici per quello che nella nostra mente può suscitare l’idea di creazione, o meglio uniformazione, di una razza. Rosik viveva in un appartamento all’undicesimo piano di un condominio di Bratislava. Rep ha vissuto lì molto del suo tempo, e dai racconti non era proprio un cagnino da appartamento secondo l’immaginario comune. L’idea più forte è quella scaturita da un aneddoto, raccontatomi da Sona Bognarova, che racconta che non era infrequente vedere Rep camminare sul cornicione del terrazzino, all’undicesimo piano, come un gatto.
Consultando le genealogie vediamo in quegli anni gli affissi di Rosik, “z Rosikova”, e altri come “z Banista” molto attivi e possiamo pensare appunto a delle strutture di riferimento. Ebbene non era così, spesso la logistica era fatta di espedienti, come nel caso delle cucciolate F z Rosikova e B z Banista, praticamente contemporanee, entrambe con Rep come padre, due cucciolate cruciali nella storia genealogica della nostra razza. Ebbene da quanto ho appreso, i tre cani, Rep, Tola e Cmuka erano stati parcheggiati da un privato, che nulla aveva a che vedere con i CLC, che concesse il proprio giardino per il tempo necessario a realizzare queste due cucciolate. Successe che Rep, diede un morsetto, una pinzata al padrone di casa, il quale si infuriò e ordinò di andare a riprendere i cani e portarli via dal suo giardino. Tola e Bruna erano ormai gravide, e l’unica sistemazione che evidentemente furono in grado di trovare fu un garage. Due delle più importanti cucciolate della storia del CLC videro la luce e vennero svezzate in un garage!!!
Questo aneddoto credo sia sufficiente a trasmettere il carattere eroico degli allevatori di quel periodo, che guidati da “Dedo” Rosik, con la sua immortale passione, diedero vita a quello che è oggi il CLC.
Immortale passione che ho avuto occasione e fortuna di conoscere di persona; la prima volta che lo vidi fu a Bratislava nell’agosto del 2007, in occasione del raduno e conferenza per il 25° anniversario del CLUB, dell’inizio di quella storia di cui fu primario protagonista. Ma cominciai ad avere piena percezione del personaggio l’anno dopo, aprile 2008 a Samorin, sulle sponde del Danubio; mi accingevo a fare la mia prima prova di resistenza. Una giornata limpida e serena, ma sferzata da un vento freddo. Lui era lì, avvolto in pesanti indumenti, ora in piedi sul suo bastone, ora seduto su una sedia, che presiedeva ogni cane che partiva per la prova. Alla fine della prova tutti eravamo attorno a lui, ad ascoltare le sue parole, il suo invito, il suo discorso sul Cane Lupo Cecoslovacco. Capivo solo la parola “cecoslovensko vulciaka”, che trovava posto in ogni frase; poi con l’aiuto di qualche amico che traduceva cominciai a capire qualcosina dei suoi discorsi, che capii poi negli anni, essere onnipresenti ad ogni manifestazione (quasi tutte) a cui presenziava in qualità di Presidente Onorario del CLUB.
Al di là degli stretti contenuti e significati, delle fugaci occasioni di avere uno scambio verbale diretto, con qualcuno che ci aiutava a capirci, ciò che mi è rimasto impresso è l’amore, la passione e la determinazione percepita nel suo modo di essere costantemente presente, di ribadire le cose, del tono della sua voce e dello sguardo seppur fiaccati dal tempo. Sapeva trasmettere ciò che aveva dentro per il Cane Lupo Cecoslovacco. Con lui se n’è andato un pilastro, un faro, il demiurgo. Con la sua partenza credo che la razza entri a tutti gli effetti nella Storia con la S maiuscola.
Il suo più grande insegnamento, che ho carpito e afferrato dall’averlo conosciuto anche attraverso gli aneddoti, è quanto il valore della collaborazione tra allevatori sia importante, fondamentale se si vogliono realizzare grandi cose, che nel caso di allevare una razza corrisponde a tenere saldamente in mano il timone e metterlo nella direzione giusta.
Oggi come oggi, in cui la sua presenza sento così forte, grande è il disprezzo per chi nell’era recente della razza, ha calpestato i valori di un uomo come lui, valori impressi a fuoco nel DNA del CLC. Disprezzo per chi deturpa il patrimonio genetico della razza con piccoli o grossi sotterfugi e furberie, per vanitoso senso estetico da vantare e per un guadagno maggiore, per convinzioni costruite a forza. Rosik ci ha insegnato che una razza si plasma, si direziona anche in assenza di mezzi, con onestà, collaborazione e profonda dedizione! Onore a te grande uomo, la tua passione ti ha reso immortale, nel DNA dei nostri Cane Lupo Cecoslovacco!
Articolo inserito il 03/07/2015